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Il piano strategico Renaulution, voluto dal CEO del Gruppo Renault, Luca de Meo, include tre leve di sviluppo in grado di favorire il raggiungimento degli obiettivi di performance e accompagnare la trasformazione dell’azienda: transizione ecologica, sicurezza sulla strada e nei luoghi di lavoro, parità e inclusione sociale.

I tre pilastri della strategia di Renault

Un nuovo approccio per la transizione ecologica, la sicurezza dei clienti sulle strade e dei collaboratori sul posto di lavoro, l’inclusione sociale: sono questi i tre pilastri, integrati nel piano Renaulution, su cui si fonda la stratregia di Renault, ovvero le leve della performance e dell’innovazione nei prossimi anni. Questa strategia, che funge da roadmap operativa della “ragion d’essere” del Gruppo, accompagna la trasformazione dell’azienda.

Transizione ecologica e decarbonizzazione

Il Gruppo Renault è impegnato dal 2005 nella riduzione dell’impronta ambientale dei veicoli per tutto il loro ciclo di vita, rafforzando il suo progetto di decarbonizzazione e puntando a raggiungere la neutralità carbonica in Europa nel 2040 e nel mondo nel 2050. A questo si aggiungono gli impegni assunti sull’elettrificazione dei veicoli, con un 65% di vendite di veicoli elettrificati dal 2025 e il 90% nel 2030 per la Marca Renault in Europa. Inoltre, il Gruppo si impegna a decarbonizzare i suoi acquisti cominciando da sei componenti (acciaio, alluminio, polimeri, componenti elettronici, pneumatici e vetro) che rappresentano oggi il 90% della carbon footprint della sua attività. La R5 sarà sviluppata dal 2025 con batterie più sostenibili, con una carbon footprint ridotta di almeno il 20% rispetto a ZOE nel 2020. Per quanto riguarda le attività di produzione, il Gruppo punta a una riduzione del 50% delle emissioni dei suoi stabilimenti nel mondo entro il 2030 rispetto al 2019.

Sicurezza sulla strada e limite dei 180 km/h

Dal 2022, Megane E-Tech 100% electric sarà equipaggiata con un dispositivo di adattamento automatico alla velocità legale, impostata di default. La velocità sarà limitata anche a seconda dei veicoli e non supererà i 180 km/h. Per contribuire a ridurre il numero di incidenti sulle strade, il Gruppo dà una risposta concreta in particolare per la prevenzione degli incidenti, che si articola su tre livelli:

  • Rilevare: il “Safety Score” analizzerà i dati relativi alla guida, grazie ai sensori posizionati sul veicolo per incentivare una guida più sicura;
  • Guidare: il dispositivo “Safety Coach” permetterà di informare i conducenti in tempo reale dei potenziali rischi sul percorso a partire dai dati ambientali e segnalerà i luoghi che sono statisticamente più esposti al verificarsi di incidenti;
  • Agire: un relè potrà essere attivato automaticamente in caso di rischio constatato (curva troppo pericolosa, volante non tenuto sotto controllo per un periodo prolungato, sonnolenza, ecc.). Grazie al “Safe Guardian”, il veicolo rallenterà e si porrà automaticamente in una condizione di sicurezza.

L’inclusione: occupabilità, parità, solidarietà

I veicoli diventano elettrificati, connessi, dotati di intelligenza a bordo, per cui richiedono nuove competenze. Di fronte ai cambiamenti della filiera, l’azienda rafforza la sua politica di inclusione concentrandosi su 3 pilastri: occupabilità, parità, solidarietà:

  • Occupabilità. Il Gruppo lancia un’università dedicata all’acquisizione di nuove competenze a livello di elettrificazione, cybersecurity, gestione e analisi dei dati ed economia circolare, soprattutto di ingegneria connessa al riciclo dei veicoli e delle batterie. La ReKnow University, che in un primo tempo sarà riservata ai dipendenti del Gruppo in Francia, formerà circa il 40% dei collaboratori interessati da questi cambiamenti entro il 2025.
  • Parità. Renault è il datore di lavoro che vanta in proporzione il maggior numero di donne tra i costruttori generalisti, ma la componente femminile rappresenta il 25% dei dipendenti. Il Gruppo si impegna a promuovere le donne ai posti chiave del Gruppo, negli organi di governance, nella Top 4.000 e nella Top 11.000, raggiungendo il 30% di donne nel 2030.
  • Solidarietà. La mobilità costituisce una fonte importante di diseguaglianza, soprattutto per l’accesso al lavoro nei territori. È necessaria per ottenere un posto di lavoro, mantenerlo o formarsi. È in questa prospettiva che, dal 2012, il Gruppo, con il sostegno delle sue officine solidali, ha avviato una partnership tramite il Club Mobilité per proporre a chi ne ha diritto crediti bancari e locazioni con opzioni di acquisto di veicoli nuovi.